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Friday, August 10, 2018

Classifichiamo le Stelle: introduzione


3:10 PM |


FREE-ASTRONOMY vuole dare un servizio efficace di divulgazione astronomica. Oggi, per l'intera settimana, vi offriamo un primo e utile approccio a tutti coloro che vogliono entrare nel mondo astronomico. La coscienza di temperatura, spettro, magnitudine, dimensioni delle stelle ha permesso un po’ alla volta di classificare gli astri in poche, ma fondamentali classi.




Prima di poter classificare “qualcuno” sulla base di “qualcosa”, abbiamo bisogno di scegliere una caratteristica, comune a tutti, ma di aspetto diverso, che permetta di poter inserire la persona in gruppi o classi. Potremmo usare il colore della pelle e otterremmo solo una diversità esteriore e poco importante. Non solo sarebbe inutile, ma addirittura negativa. Potremmo usare il sesso e avremmo solo due gruppi. Potremmo usare il quoziente intellettivo e otterremmo gruppi legati alla capacità di ragionare e di decidere. Ma saremmo sicuri di ciò? Lasciatemi avere qualche dubbio. Potremmo usare l’altezza o il peso. Per certe motivazioni sarebbe utile, per altre molto meno. Si è, ad esempio, deciso che la migliore “cosa” per distinguere un uomo dall’altro siano le sue impronte digitali. Nessuno può averle uguale a un altro. In questo modo abbiamo, però, tante classi quanti sono gli esseri viventi e la sicurezza di sapere sempre chi è colui che abbiamo davanti. Importantissimo risultato, ma troppo accurato per scopi diversi da quelli della sicurezza e dell’individuazione capillare. Insomma, per quanto riguarda l’uomo vi sono numerosissime possibilità per suddividerlo in gruppi, classi, insiemi, ecc.

Tuttavia, l’uomo e le altre “cose” terrestri, siano viventi oppure no, sono a nostra disposizione e possono essere soggetti a misurazioni dirette. Lo stesso, purtroppo, non capita per la maggior parte dei corpi celesti. Per classificare loro dobbiamo utilizzare solo quello che ci inviano e che siamo in grado di recepire. Bisogna quindi accontentarsi. In realtà siamo abbastanza fortunati, soprattutto dopo aver inventato occhi speciali per vederli.

L’informazione più diretta che ci perviene da una stella è la sua luce, o meglio ancora la sua energia elettromagnetica, di cui la luce visibile è solo una piccola parte. Da sola non basta, però, per ottenere una suddivisione fisicamente importante. Potremmo solo dire che alcune sono più luminose di altre. Ma che cosa otterremmo? Facendo l’ipotesi che tutte le stelle siano uguali potremmo dividerle in base alla loro distanza: più è luminosa e più è vicina. Sappiamo benissimo che questa approssimazione è poco utile, dato che vi sono astri più grandi e più luminosi di altri, a parità di distanza.

Forse ci accorgeremmo che qualche stella ha un colore diverso dalle altre. Beh, la strada è quella giusta, ma l’occhio non è sufficiente a ottenere qualcosa di veramente indicativo. Non che non sia una meraviglia, ma la luce che ci giunge è un “mix” di tutta la radiazione luminosa inviataci dalla stella. Di più non riesce a fare.


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